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Writer's pictureLucia Ceccolini

Weekends-in-law

Updated: Apr 26, 2022

Finalmente dopo un anno sono venuti a trovarci i nostri genitori! In due weekend diversi, uno dietro l’altro. Ne siamo stati troppo felici ed ecco

cosa fare a Londra con i genitori: sia col bel tempo sia con il brutto (e il cattivo).

Overall

Con mio padre e mia madre il tempo è stato quasi sempre bello e abbiamo potuto girare alla grande. Erano già stati a Londra circa 10 anni fa, quindi non avevano bisogno di vedere le cose più turistiche e abbiamo potuto prendercela con calma e mostrare loro il secondo livello di turismo albionico. Abbiamo girato in bus il più possibile: io e il Biondo siamo a un punto, anche nella vita di tutti i giorni che, se possibile, preferiamo passare sul bus quei 10 minuti in più ma non stare sottoterra e vedere la città e la luce dello pseudosole, piuttosto che arrivare prima ma passar mezzora pigiati come sardine, al caldo asfissiante di certe linee della metro.

Sabato

Essendo loro arrivati nel primo pomeriggio di sabato a Stansted, li siamo andati a prendere e li abbiamo scortati a casa con il bus 47, da Liverpool Street, il che ci ha permesso di fare un bel tour della City con i posti in prima fila del secondo piano del double decker. A casa si sono un attimo ripigliati, poi abbiamo preso la Jubilee fino a Canary Wharf, dove avremmo preso la DLR, ma cambiando stazione abbiamo un po’ indugiato tra i palazzi alti e senza fine, alla “Il padrone del mondo” di Benson. I miei si sono trasformati in cinesi sotto copertura e fotografavano ormai anche i piccioni.

Anche perché c’è da dire che quando sono venuti la prima volta hanno scattato tantissime foto con la macchina fotografica analogica, per poi scoprire dal fotografo, al ritorno, che non era mai stato inserito nessun rullino. Da qualcuno avrò pur preso… Quindi stavolta volevano rifarsi e hanno fatto foto anche per i poveri del regno.


Comunque tornando alla DLR, siamo andati a Greenwich, abbiamo camminato tra le viette vicino al market (con mia mamma che appena vedeva una bow window e dei comignoli li indicava e diceva: “La casa di Mary Poppins! La casa di Mary!” - tutte le case a Greenwich hanno bow window e comignoli), poi costeggiando il fiume siamo arrivati al parco e da lì saliti verso l’Osservatorio, con tanto di visione di tutta la città dall’alto. L’Osservatorio era chiuso (eravamo intorno alle 18, orario galline con cui andare a letto per gli inglesi), quindi poi ce ne siamo tornati giù, abbiamo fatto un altro giretto al Greenwich Village e poi abbiamo ripreso i mezzi.

Siamo andati a cena al Mayflower (di cui ho già parlato qui), un classicone dei nostri itinerari, e questa volta aveva la mia ambitissima CARNE AL BLUE CHEESE!!!! Che buona. Anche qui poi classica passeggiata lungofiume per Rotherhithe (di cui ho già parlato qui), ma niente di troppo sbatti perché eravamo tutti molto stanchi e siamo andati a letto.

Domenica

La domenica siamo andati a fare un giro a Wapping e a fare colazione al Turk’s head. Mio babbo ha voluto provare con successo la Full English breakfast. Io e il Biondo eravamo già stati in quel posto a fare una merenda di emergenza in un giorno in cui ci era scoppiato a piovere in testa, e ci era piaciuto, così ce lo eravamo segnato. Andarci per colazione con calma ci è piaciuto ancora di più: hanno sia opzioni salate buonissime e molto varie (io ho preso scrambled egg e salmone in salsa olandese e mi è piaciuto moltissimo) ma hanno anche cose più dolci e continentali, ad esempio mia mamma ha preso yogurt e granola e uno smoothie ai frutti di bosco. Più che come colazione, l’abbiamo fatto valere come un brunch.

Proseguendo con la passeggiata siamo passati dai St. Katharine’s Docks, che a tratti potrebbe essere definito “un angolo di Pesaro a Londra” (sono un po’ pdm, non odiatemi). Il porticciolo, le barchette… e poi vicino la Torre di Londra. Come non rievocare la celebre puntata di Cip&Ciop Agenti Speciali ad essa dedicata?


Il tempo si è guastato e ci siamo avviati verso l’Imperial War Museum, in zona Lambeth, un paradiso per mio babbo che è appassionatissimo della Seconda Guerra Mondiale e degli aerei da guerra. Lì era come un bambino in un luna park, e anche per noi, che non siamo così appassionati, è stato molto bello. Il museo è stupendo, ha tantissimi pezzi originali del ‘900. È nato dopo la Grande Guerra, ma poi con la Seconda, le Faulkland, l’Afghanistan, ne ha avuto - purtroppo - di materiale da esporre. Non è affatto celebrativo della Gran Bretagna, anzi è molto informativo. Ma non retorico né sentimentale.

E comunque, come la maggior parte dei musei di Londra (e a differenza delle chiese) è gratis. E ha un bellissimo shop.

Una piccola parentesi sul perché i musei sono gratis. Un bel giorno gli inglesi si sono accorti che essendo i musei a pagamento nessuno ci andava, e andavano in perdita. Hanno provato, come esperimento, a metterli gratis con offerta libera. L’affluenza è aumentata vertiginosamente e anche gli introiti. Io la trovo una cosa molto bella. Non so quanto esportabile, ma molto bella.

A una certa il tempo si era rimesso e avevamo la prenotazione allo Sky Garden, ovvero l’ultimo piano del grattacielo 20 Fernchurch Street, altrimenti detto “il Walkie Talkie” per la bruttezza e la forma che lo caratterizza. Andare in settimana è easy, mentre per andare nel weekend bisogna prenotare almeno 2 settimane prima. È gratis, e ci sono su un bar e un ristorante, a cui ovviamente si paga a consumazione.


VALE ASSOLUTAMENTE LA PENA (ma poi è gratis, nessuna pena!): il panorama dal trentacinquesimo piano è mozzafiato. Si esce su una terrazza e si vede TUTTA e dico TUTTA Londra dall’alto. Uno spettacolo. Dentro ci sono il bar, il ristorante e un bellissimo giardino in salita con felci e palme. Siamo stati su una mezzora/40 minuti.


Poi ce ne siamo andati verso un altro classicone dei miei itinerari: il Busaba Eathai, a Bloomsbury (di cui ho già parlato qui). Ora voi immaginate l’uomo più conservatore dei conservatori, l’uomo più diffidente del mondo rispetto al cibo non italiano, mio padre, che alla soglia dei 60 anni accetta di provare il cibo tailandese? E non solo si fida delle nostre ordinazioni, ma gli piace anche, e prende in mano le bacchette e si mette di buon impegno ad imparare ad usarle. Con successo (ho un video che lo testimonia)! Anche mia mamma si è fidata e ha gradito (io e lei abbiamo preso un tranquillo Classic Pad Thai), ma con le bacchette ha preferito non cimentarsi.

Lunedì

Il giorno dopo, lunedì, era Bank Holiday (God save the Queen!): un giorno in più per stare insieme :)

Dopo una bella colazione a casa siamo andati a Bond Street, non mi ricordo a cosa fare, ma ovviamente siamo finiti tutti a fare shopping. Mi sono presa bene e ho trovato cose che avevo in mente da un po’… evviva.

Nel pomeriggio siamo andati a Chelsea ma - mea culpa - non avevo in mente un percorso da fare, quindi ci siamo sbattuti un po’ a destra e a manca, finché non abbiamo voluto tornare a casa. Anche se mia mamma continuava a gradire e a dire: “La casa di Mary!”.

Tornando a casa in Tube mia mamma si è ritrovata accanto a una ragazza che tornava dal Carnevale di Notting Hill. Aveva gli occhi mezzo aperti ma ci siamo assicurati che respirasse. E poi c’era un tipo con lei. Ci siamo rassicurati per questo, anche se lui avevi dei luccichini verdi sulla faccia.


La mattina presto se ne sono andati. Lacrime.

——

Stacco. Passano quattro giorni e arrivano la mamma e il fratello del Biondo.

Con loro purtroppo il sole non ci ha baciati per niente, e nemmeno Easyjet. Sono arrivati con un’ora e mezzo di ritardo venerdì sera per cena, e ci siamo preparati per il giorno dopo.

Sabato

Sabato abbiamo preso il River Boat, che con circa 12£ ci ha portati in barca sul Tamigi da Westminster a Kew Gardens. A proposito di Westminster, mia mother-in-law non era mai stata a Londra ed è impossibile ripetere il suo grido di meraviglia di quando ha visto il Big Ben sulla sua testa senza aspettarselo!

Il giro in barca non è stato il top: troppo lungo, e il paesaggio non incredibile. O meglio, un’altra volta lo abbiamo fatto da Westminster a Greenwich e abbiamo visto cose molto ma molto più belle. Poi va beh ci si sono messi pure un discreto vento e il freddo, quindi a un certo punto siamo andati dentro. Anche lei però fotografava tutto, quindi le piaceva.

A Kew Gardens non eravamo mai stati nemmeno noi. Una meraviglia! Soprattutto le serre, soprattutto quella grande famosa con le palme, quella tropicale. Sembra di essere nella villa di un ricco possidente schifoso imperialista… ha il suo fascino.


Il tempo si è messo al brutto e siamo usciti dal parco per pranzare (con biglietto in tasca per rientrarci). Non perché dentro non ci fosse di che cibarsi, ma i nostri ospiti volevano provare un fish&chips e sulla strada avevamo trovato un pub che ci ispirava molto, il “The Cricketers”. Non è un pub dei soliti, è un po’ più pettinatino, con idee di arredamento anche molto carine: tavoli fatti con casse da vino francese, lampadari fatti con bottiglie vuote di vetro trasparente, una bella parete finestrata, poltrone… il cibo molto buono. Essendo un pub era pesante anche l’insalata! Il prezzo però era da pub normale, mentre temevamo ci avrebbero pelato.

Siamo tornati ai Gardens ma ha iniziato a piovere seriamente, così con le pive nel sacco ce ne siamo andati verso il treno per tornare in centro a Londra. Siamo andati alla National Gallery (di cui ho già parlato qui e qui) ma sul più bello ci siamo accorti che mezzora dopo avrebbe chiuso. Fail! Così abbiamo fatto una visita in pillole con le top cose che ci interessavano, con focus su La cena di Emmaus di Caravaggio e i Girasoli di Van Gogh. Ci hanno cacciato via a pedate nel culo alle 18 (sempre con le galline, com’è giusto che sia), e un po’ bagnati, infreddoliti e con un sacco di chilometri sulle gambe siamo tornati a casa a mangiare salumi italiani portati da loro e piadina portata dai miei :D

Domenica

Il giorno dopo stessa spiaggia stesso mare, stesso format della domenica precedente: Wapping, Turk’s Head (ma stavolta fuori, nel dehor a-do-ra-bi-le), passeggiata fino ai St. Katharine’s Docks, Tower of London, rievocazione di Cip, Ciop e Monterrey Jack. Poi siamo andati verso Soho, dove però era un po’ tutto desolato, essendo domenica. E mia suocera ha potuto apprezzare e commentare i negozi di lingerie fetish della zona. Ci siamo fermati a mangiare, per un’idea azzeccatissima del Biondo, da Bodean’s BBQ, dove abbiamo mangiato un pulled pork che cantava. Né a me né a lei andava il panino con il pulled pork, così abbiamo provato a prendere il piatto con la famigerata carne presente nella sezione “sides” della lista, insieme a un piatto di insalata (in due) della stessa sessione. Beh, più che soddisfacente: c’era più pork che nel panino ma non ci siamo riempite di pane, e avevamo l’insalata per pulirci la bocca. Più che promosso, anche con questa soluzione.

Abbiamo proseguito fino a Coven Gardent, poi Piccadilly (che a me non fa impazzire ma per una newbie di Londra ci sta) e a Fortnum&Mason: il paese dei balocchi. Quello che io e il Biondo chiamiamo “il negozio di inglesitudine”. Impossibile bere un tè nella tea room a meno che non si prenoti con 2 settimane di anticipo almeno (come direbbe qualcuno: “La crisi non c’è, i ristoranti sono pieni”), un cameriere open minded ci ha fatti sedere al ristorante e ci ha servito un tè lo stesso. Lo stesso tè che poi in negozio abbiamo comprato (dopo aver provato cappelli, foulard, profumi e quant’altro!).

Uscendo erano le 18 in punto e abbiamo anche beccato l’orologio originale del ‘700 con gli omini che escono fuori e fanno l’inchino! Eravamo lì davanti pronti a riprendere la scena. Accanto a noi - guarda caso - due cinesi a fare lo stesso.


Qualche ora prima ci eravamo comprati delle carote e del Philadephia per fare una vellutata per la sera, visto che la domenica dopo le 17 Londra è dominata dagli zombie e dalle balle di fieno ed è impossibile trovare un supermercato aperto.

Arrivati a casa ci siamo sparati una mezzora di coma obbligatorio perché Google Fit diceva che avevamo camminato circa 4 ore in totale. Poi vellutata calda, chiacchiere e letto.

Lunedì

Il lunedì siamo andati al lavoro e loro sono andati al Transport Museum. So che ne sono rimasti un po’ delusi, e che il prezzo è di 17£. Il biglietto è nominale e vale un anno. Poi sono stati a Camden Town, perché il mio brother-in-law voleva traumatizzare sua madre, e poi alla Tate Modern, che è sempre una garanzia.

Li abbiamo incontrati a Sloane Square tentando di migliorare la nostra passeggiata di Chelsea, ma ancora non saprei dire che percorso fare. Di certo siamo arrivati da King’s Road all’Albert Bridge (altrimenti detto: la saint’honoré), poi viette fino alla chiesa di St Thomas More e abbiamo proseguito per le viette fino alla cena - di nuovo - al Busaba Eathai, stavolta di Chelsea, e birra - di nuovo - al Mayflower+passeggiata per Rotherhithe. Si sentiva anche lo sciabordare calmo delle acque del Tamigi. Che pace.


Oggi non so bene dove andranno, ma dopo il mio lavoro li accompagnerò a prendere il Gatwick Express.

Piangerò di nuovo, già lo so.

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