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Le 3 canzoni per piangere come se non ci fosse un domani

Updated: Apr 27, 2022

Oggi al lavoro ho potuto ascoltare un sacco di musica.

A volte ho paura che mi succeda qualcosa e che tutti possano vedere cosa c’è nella cartella “Musica” del mio cellulare. Penso ai RIS che analizzano i miei gusti musicali e alla scientifica che, insieme al reparto psichiatria, crea diagrammi SWOT e grafici a torta per tracciare il mio profilo mentale basandosi su quella cartella.

Ecco che all’eclettismo della cartella “Musica” si è aggiunto stamattina un sentimentalismo esagerato, tutto zucchero e Bridget Jones (e non sono neanche in PM). Così mi sono ritrovata a piangere (a lacrime) per le seguenti

Tre Canzoni per Piangere Come se non ci Fosse un Domani.





3. FIX YOU - COLDPLAY

Ti vedi lui. Bello come il sole. E Gwyneth che piange per la morte del proprio padre. Lui la consola, io ci sarò sempre, ti sosterrò, quando non ce la fai, quando non raggiungi ciò di cui hai bisogno, le luci ti riporteranno a casa da me… e poi pensi a come è finita. No, non lasciatevi! Dobbiamo credere che sia possibile! Dovete essere belli! Eravate troppo fighi! Con Mela e Mosè! Vi amavate tantissimo! Ma soprattutto ora le canzoni dei Coldplay fanno schifo! Gli alimenti e Gwyneth ma quanto ce costano?!

Reazione fisica e sentimentale: rospo spinoso in gola che non va né su né giù, occhi lucidi e cuore che si stringe.


2. TRE CAPELLI SUL COMÒ - BRUNORI SAS

Aaaaah lo strazio di quest’uomo innamorato! Ma brutta stronza come hai fatto a lasciarlo così!? Lui che urla: “Dooooottore non voglio più uscire/voglio solo morire da quando non c’è/il suo odore su questo piumone/ che era un nido d’amore e ora puzza di me”… lui e i suoi giochi di parole, lui che la vede dappertutto, lei che ha lasciato le calze in giro, i tre capelli d’oro volati sul comò, e lui di nuovo che disperato andrà dalla zingara, andrà pure dal mago, non sa più che diavolo fare. Piove e la casa piange per te, lui si straccia le vesti, la musica è tutta una sospensione e un rincorrersi di semitoni che non si capisce dove vanno ma poi alla fine si sente che hanno un senso, un senso bellissimo. Non lo so, a me questa canzone mi fa pensare a quando mi sono sentita così come Brunori. Pericolosissimo.

Reazione fisica e sentimentale: senso di vuoto incolmabile, tachicardia, occhi che si riempiono di lacrime al ricordo. Strazio lungo quanto la O di “Dooooottore”. Povero Brunori.


1. L’APPUNTAMENTO - ORNELLA VANONI

Eh si sa, l’Ornellona non è che spicchi per positività, qui giochiamo facile. Ma questa canzone è l’apoteosi: lei lo aspetta, lo aspetta, e lui la pacca. E lei povera Crista pian piano che capisce che si tratta di un bidone sprofonda sempre di più nella propria tristezza. Le parole descrivono una regia incredibile. Ti vedi lei, con la sua testona di riccioloni rossi che guarda un punto fisso con la faccia da cane bastonato, mentre la gente le passa intorno e non la nota nemmeno. E lui - lo stronzo - chissà dov’è. Avesse almeno avvertito… Alla fine, l’acme: “la mia ombra si è stancata di seguirmi/ il giorno muore lentamente.” Cioè pure la sua ombra si è stancata di lei… ma si può pensare a un’espressione che renda meglio il non sopportarsi? Che roba! E poi il colpo basso: “Non mi resta che tornare a casa mia alla mia triste vita/ questa vita che volevo dare a te/ l’ hai sbriciolata tra le dita.” E niente, qui ho proprio pianto. A goccioloni. Per fortuna ero per strada.

Reazione fisica e sentimentale: senso di mancanza della terra sotto ai piedi, odio per lo stronzo che ha paccato, ma soprattutto lacrime copiose e pesanti. Dolore dolore dolore.


Ecco qui, strutti e non strutti, buon magone a tutti… (la prossima triade la facciamo più divertente).

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