L'idea di mettere per iscritto le storie che invento per far dormire mio figlio nasce principalmente dalla mancanza di voglia di reinventarmele tutte le volte che me le chiede. Verba volant, scripta manent, mamma chiudere giornata volunt: leggerle è più facile che ripensarle ogni sera. Se anche voi siete alla ricerca di una storia da raccontare ai bambini prima di andare a letto, ecco una storia che al mio a-giorni-treenne piace molto.
Questa in particolare nasce da uno dei nostri libri illustrati sui pirati, che si chiama Occhio ai pirati, edizioni Ippocampo. È per bambini più grandi, in verità, ma ce lo hanno regalato. Su questo volume viene nominato il sopra citato pirata russo. Alla richiesta: "Mamma raccontami la storia di Stencarasin", è venuta fuori questa vicenda. È stata chiesta e richiesta più volte, quindi suppongo che gli piaccia.
Tre caveat:
1. Come tutte le mie storie della buonanotte, non aspettatevi un finale con fuochi d'artificio: lo scopo è quello di indurre al relax.
2. I disegni li ho fatti brutalmente su un taccuino e li ho fotografati. Non ho nessuna ambizione, nessuno si allarmi.
3. Ci sono luoghi comuni sulla Russia e parecchia appropriazione culturale. Perdonateci, abbiamo sonno.
C’era una volta un pirata che si chiamava Sten'ka Razin. Sten'ka Razin viveva in Russia. La Russia è un paese grandissimo che ha un paesaggio molto vario: ci sono deserti, distese di neve, porti che danno su mari glaciali, e città enormi. Alcune hanno delle chiese con delle cupole tutte colorate a forma di cipolla.
Sten'ka Razin aveva un vascello e voleva partire per il Mar del Giappone. Voleva assaltare altre navi pirata, ma gli serviva una ciurma. Una ciurma di veri pirati. Quindi cosa fece? Fece un annuncio sul giornale. Così diceva l’annuncio: “Chiunque abbia esperienza come pirata e voglia imbarcarsi per grandi avventure nel Mar del Giappone, si presenti il 19 settembre al molo 13 del porto Stanislavkij. Firmato: Sten'ka Razin”.
Il giorno 19 settembre Sten'ka Razin si recò al porto. Si sedette al tavolo e aspettò, seduto accanto al suo cavallo Fëdor. Aspettò e aspettò, ma nessuno arrivò. Com’era possibile? Nessuno aveva voglia di imbarcarsi con lui? Forse non l’avevano trovato?
Eppure l’annuncio parlava chiaro. Sten'ka Razin ripensò all’inserzione e la recitò a bassa voce: “19 settembre… sì, è oggi. Molo 13… sì questo è il molo 13. Porto Stanislavkij… OH NO!” esclamò Sten'ka Razin. “Questo è il porto Karamazov, non Stanislavskij! Devo subito correre là! I miei aspiranti pirati mi staranno aspettando!”.
Sten'ka Razin salì in groppa al suo cavallo Fëdor, che iniziò a correre all’impazzata. Il pirata si teneva stretto alle redini, mentre Fëdor sfrecciava a tutta velocità verso il porto Stanislavskij.
Arrivato lì, trovò una lunghissima fila di persone ad aspettarlo. Legò Fëdor e si sedette dietro al tavolino, con carta e penna.
Il primo candidato si presentò: “Buongiorno. Sono il pirata Gamba di legno.” “Ciao Gamba di legno. Hai già fatto il pirata?” chiese Sten'ka Razin. “Certo”, rispose, “sul Mar dei Caraibi”. “E che cosa sai fare?” “Io so assaltare navi pirata”. “Benissimo Gamba di legno, sei dei nostri. Prendi pure la tua valigia e sali a bordo. Il prossimo!”
“Buongiorno. Io sono Occhio di vetro.” “Ciao Occhio di vetro. Hai già fatto il pirata?” chiese Sten'ka Razin. “Certo” rispose “sul Mar dei Sargassi”. “E che cosa sai fare?” “Io da un occhio non ci vedo. Ma con l’altro, vedo lontanissimo. So fare la vedetta”. “Benissimo Occhio di vetro, sei dei nostri. Prendi pure la tua valigia e sali a bordo. Il prossimo!”
“Buongiorno. Sono Iolanda.” “Ciao Iolanda. Hai già fatto la piratessa?” chiese Sten'ka Razin. “Certo” rispose Iolanda “nel Mar delle Antille”. “E che cosa sai fare?” “Io so tenere i conti. I tesori che si trovano, le spese, i bottini…”. “Benissimo Iolanda, sei dei nostri. Sarai la nostra contabile. Prendi pure la tua valigia e sali a bordo. Il prossimo!”
“Buongiorno. Sono Viola.” “Ciao. Hai già fatto la piratessa?” chiese Sten'ka Razin. “Certo” rispose Viola “nell’Oceano Indiano”. “E che cosa sai fare?” “Io so leggere le mappe”. “Benissimo Viola, sei dei nostri. Prendi pure la tua valigia e sali a bordo. Il prossimo!”
Alla fine del pomeriggio Sten'ka Razin aveva la sua ciurma. Li radunò tutti sul ponte del vascello e fece un discorso. Disse: “Domani partiremo per il Mar del Giappone. Ci aspettano incredibili avventure. Ma prima dobbiamo riposare. Altrimenti non avremo le forze per salpare.”
Ognuno andò nella propria camera. Gamba di legno in quella degli assaltatori di navi. Occhio di vetro in quella delle vedette. Iolanda in quella delle contabili. Viola nella sala mappe. Sten'ka Razin si ritirò nella suite del capitano. Ognuno spense la propria candela, si mise sotto le coperte e si addormentò. Buonanotte!
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