E il Freddo disse: “Voglio uno zoo, tutto mio. Io sono potente, e faccio quello che voglio. Mi si crei uno zoo!”.
Tutti i suoi scagnozzi, avendo paura che il Freddo, per punizione, decidesse di gelar loro le chiappe, si adoperarono per creare uno zoo privato per il loro signore. Scorrazzarono in lungo e in largo per tutto il regno, per cercare degli animali che potessero piacere al loro re.
In men che non si dica, lo zoo del Freddo era pronto. All’evento di inaugurazione c’erano tutti.
Il Freddo stesso, la famiglia reale, gli invitati e i giornalisti entrarono nell’area designata, ma con grande sorpresa si accorsero che c’erano solo tre gabbie con tre animali.
Il capitano Geloni, che era stato designato come capomastro, fece l’appello degli animali, che naturalmente erano stati tutti dedicati al grande Freddo. Il capitano cominciò l’appello: “Freddo becco!” disse, e la capra rispose: “Presente!”. “Freddo cane!” disse, e il cane rispose: “Presente!”. “Freddo baghino, altrimenti detto Freddo porco!” disse, e il maiale rispose: “Presente!”. Tutti tremarono temendo il peggio: se il signor Freddo non fosse stato soddisfatto, sarebbero stati tutti ibernati all’istante.
Invece il Freddo, che era molto narcisista, si rivelò molto soddisfatto, ed iniziò a battere le mani. Tutti tirarono un sospiro di sollievo: erano salvi.
Ma d’un tratto videro qualcosa cadere da cielo e spiaccicarsi sulla testa pelata del Freddo. Era una cacca d’uccello. I presenti tremarono come foglie rinsecchite, e il Freddo tuonò: “Chi ha osato???”.
Volando in alto, rispose l’uccello nero e striminzito: “Tu sei potente, ma io di più. I tuoi hanno cercato di catturarmi, ma io non mi faccio mettere in sacco. Io, pivello, sono la Merla, e come vedi, ti do la merda”.
Sono loro, stanno arrivando, sono i più temuti e sono sempre più vicini: sono i giorni della Merla. Siete pronti?
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