Ci vuole un sacco di tempo per capire il tempo andato.
Un sacco di tempo per insegnare a un bimbo a parlare.
Ci vuole tanto, tanto tempo per capirsi e per spiegarsi e per dirsi che c’è ancora molto da capire.
Ci vuole tempo per ammettere che non è più tempo per certe cose
(l’indeterminato, il garage, le vacanze in trenta, il sacrificare tutto).
Ci vuole tempo per disfare la lavatrice e la lavastoviglie e poi rifarle da capo tutte quelle volte a settimana.
Ci vuole tempo per trovare spazio, tempo per essere sinceri.
Ce ne vuole anche per dipingere gli stipiti delle porte
- noi primogeniti sacrificati.
E per sentirsi che va bene così, sì cazzo andiamo bene così
anche se potrebbe andare meglio
ma questo c’è e questo viviamo
e questo guardiamo
in questo tempo pesante
che fa sempre freddo
e buio
in cui passano nuvole e temporali in mezzo alla stanza
tutto il giorno, e passano e tornano
e quando se ne vanno
cambiano niente
e cambiano me.
(Però dai dipingiamoli sti stipiti, che mi sento ancora in un cantiere.)
Ci vuole un sacco di tempo, e a non prenderselo,
poi si diventa di ghiaccio.
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