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La newsletter di Autunno Americano - seconda puntata

Updated: Aug 5, 2022

Ecco la seconda puntata di The Making of Autunno Americano, la newsletter che racconta il mio percorso verso la pubblicazione - appunto - di Autunno Americano, libro per ragazze delle medie che uscirà il prossimo ottobre (hopefully) con l'editore Bookabook . Qui puoi leggere la prima puntata. Qui invece puoi iscriverti alla newsletter per ricevere la terza puntata, che invierò agli iscritti la prossima settimana.

Ma visto che siamo tutti fan del qui e ora non perdiamo tempo: ecco la seconda newsletter della serie.


Torino è un invito a scrivere - The Making of Autunno Americano #2


Nelle puntate precedenti:

10 anni fa a Milano scrissi metà Autunno Americano per la mia amica Miriam. Lavorava per una casa editrice e voleva proporlo alla sua capa, ma il suo contratto non fu rinnovato e ci ritrovammo a un punto morto.



Nei 5 anni successivi provai a finire Autunno Americano. Erano anni in cui imparavo a lavorare da copywriter davvero, in cui mi scontravo con il mondo del lavoro, con quello degli adulti, con quello spietato delle agenzie e - sempre lì si torna - con quello dell’amore. Tragico quando non corrisposto, ancora più tragico quando corrisposto.


Vissi a Torino per un anno e, non so perché, ma Torino ti porta a scrivere. Ti porta anche a meditare il suicidio certe sere eh, però ti porta anche a scrivere tanto, perché la sua tradizione letteraria si respira nell’aria, così come l'atmosfera degli autori presenti e di una vita culturale vivissima e super interessante.


canottieri remano su fiume con monte e convento alle spalle
L'autunno torinese

Ho scritto tante poesie in quel periodo, e sono andata avanti su una raccolta di racconti che avevo iniziato anni prima - chissà, magari tra 20 anni saremo qui a parlare anche di quella. Non conoscevo nessuno se non la mia coinquilina/collega, e dopo cena facevo questo gesto per cui arrivavo fino al Po, per guardarlo, illuminato dalle luci della Gran Madre e con i baretti dei Murazzi chiusi. Prima di uscire scrivevo, scrivevo tanto. Chiuso il computer mi sentivo più leggera, liberata, e la mente vedeva le cose in modo più chiaro. Affidavo alla carta le mie sensazioni, soprattutto quelle pesanti, e poi uscivo a prendere freddo.


Rimisi mano anche ad Autunno Americano, in quel periodo. Miriam aveva trovato un altro lavoro, non c'entrava nulla con l’editoria, e io ricominciai a scavare tra i miei ricordi, cambiarli, mescolarli, romanzarli, inventarne di nuovi al punto che non riuscivo più a distinguere tra verità e fantasia. Comparve nel romanzo la signora Fabbri, l'anziana vicina di casa di Sofia. Inizialmente era una superstite istriana, ma poi capii che non mi ci trovavo bene a raccontarla così, quindi cambiai prospettiva e la feci venire dalla linea gotica - insomma, dalle mie parti. Iniziai a costruire il rapporto tra lei e Sofia, e aggiunsi tante citazioni e canzoni all'interno del romanzo. E poi tentativi e riscritture, sotto la supervisione di un super-io totalmente privo di pietà, fino a che arrivai alla fine di Autunno Americano. La fine, pensa te.


Come capii che era finito? Sentivo di aver detto tutto. Ma proprio tutto. Non avevo più nulla da dire, davvero, in sincerità e con una grande chiarezza di pensiero.

Scrissi l’epilogo esattamente com’è ora. E non ci pensai più. Bello, finito e chiuso nel mio computer. Sai mai che qualcuno lo legga… Dio non voglia! Finché…


Il racconto continua mercoledì 15 giugno in newsletter, oppure qui tra qualche settimana. Nel frattempo:

qui puoi prenotare Autunno Americano (lo compri ora e lo ricevi o cartaceo o come e-book in ottobre, garantito)

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qui puoi seguire la pagina Instagram di Autunno Americano

e qui quella di Facebook. Infine,

qui puoi vedere l'archivio con le newsletter precedenti.


Ti ringrazio per aver scelto di condividere questo pezzo di strada con me. A presto!


Lucia

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